Messina, Uil-Fpl denuncia grave carenza di personale e criticità gestionali alla clinica Cot

La Uil-Fpl di Messina, attraverso una nota recante la firma di Pippo Calapai, segretario generale, Giuseppe Nava, coordinatore provinciale Area Sanità Privata, e di Livio Andronico, segretario organizzativo, denuncia gravi carenze di personale e criticità gestionali alla clinica COT di Messina. La missiva è indirizzata al management della struttura sanitaria, ai vertici dell’Asp e all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.

“Com’è ben noto la Sanità privata che eroga servizi in regime di convenzione con il SSN, usufruisce di finanziamenti pubblici al pari delle Strutture Ospedaliere. La legge Regionale n.39 del 8/11/1988, a distanza di ben trentatré anni, non può certamente rispondere agli attuali principi e requisiti, utili a garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, e certamente è di ostacolo allo sviluppo degli elementi strategici utili a migliorare la condivisione e l’integrazione multidisciplinare è rappresenta inoltre, un ostacolo dello sviluppo della qualità del Governo Clinico, con conseguenze che potrebbero determinare ‘danni o disagi involontari’ imputabili alle cure sanitarie (rischio clinico). La scrivente organizzazione sindacale nel mese di giugno, ha incontrato il management della Clinica COT per discutere delle problematiche evidenziate durante l’assemblea sindacale dei lavoratori. In quella sede, sono state affrontati diverse problematiche, inerenti il modello organizzativo assistenziale, la carenza personale infermieristico ed OSS ed il relativo mantenimento dei LEA. Oggi a distanza di sette mesi, ancora una volta ci troviamo costretti a denunciare i problemi che permangono all’interno della clinica e che continuano a creare gravi disagi e stress psicofisico tra i lavoratori. A titolo esemplificativo si denunciano eccessivi carichi di lavoro per il personale infermieristico in servizio (1 solo infermiere in reparto senza personale OSS ed ausiliario), con infermieri adibiti a mansioni inferiori (dalle ore 19.00 a seguire manca il personale ausiliario ed OSS; programmazione dei turni settimanale anziché mensile, impedendo una normale programmazione del proprio tempo libero da dedicare al riposo, famiglia ed hobby, cambio della turnazione che viene comunicato nella stessa giornata senza nessun preavviso e/o disposizione scritta; riduzione del personale e delle ore da effettuare nel caso di dimissioni e/o assenza di nuovi ricoveri, impedendo di fatto di effettuare e completare le ore settimanali previste dal vigente CCNL; i pazienti post operatori che dovrebbero necessitare di terapia intensiva e monitoraggio vengono assistiti nelle comuni aree di degenza ordinaria con ad assisterli una sola unità infermieristica; personale OSS ed ausiliari adibito ad altre attività diverse da quelle assistenziali e del comfort alberghiero. La legge regionale (n.39 del 8/11/88) a nostro avviso risulti ormai superata, la stessa descrive dei requisiti assistenziali che vanno da un minimo ad un massimo di minutaggio di assistenza. Una clinica con terapia intensiva, e sub intensiva dove giornalmente si effettuano anche interventi di alta complessità, non dovrebbe certo permettersi di ridurre di 1/3 il personale nelle ore notturne, privando i degenti del tempo di assistenza occorrente e facendo aumentare i carichi di lavoro del personale che rimane in servizio con possibili ripercussioni derivanti da eventuali eventi avversi. Tutto questo di sicuro non serve alla sicurezza dei pazienti e degli operatori, (aspetti legali e gestione dei contenziosi), non riduce la gestione del rischio infettivo correlato all’assistenza, non previene gli eventi avversi in terapia farmacologica, non favorisce né promuove il benessere organizzativo. Pertanto chiediamo all’Assessore Regionale alla Salute, ed al Commissario ASP, di Messina, di avviare le procedure inerenti un indagine ispettiva cosi da verificare che la Clinica COT autorizzata per 91 posti letto sia allineata ai numeri previsti dalla legge regionale ed allo stesso tempo si chiede di prendere seriamente in considerazione la modifica della ormai ‘ottocentesca’ legge regionale equiparandola ai parametri utilizzati per le strutture ospedaliere pubbliche”. Concludono i dirigenti sindacali.

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