“Messina Città Perduta”: sabato 10 giugno a palazzo Zanca la presentazione del libro sul patrimonio monumentale perduto della città dello Stretto

Sabato 10 giugno, alle ore 17.30, nel salone delle Bandiere di palazzo Zanca, alla presenza del sindaco Federico Basile e dell’assessore alla Cultura Vincenzo Caruso, nel corso di un incontro cui sono stati invitati a partecipare autorità civili, militari e religiose, cultori di Storia Patria e storici dell’arte, sarà presentato il volume “Messina Città Perduta” di Nicolò Fiorenza. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Messina, dalla Camera dei deputati, dal Ministero della cultura e dalla Regione siciliana e dall’ARS, si inquadra nell’ambito delle varie ricerche scientifiche che si sono occupate delle condizioni del patrimonio monumentale della città peloritana. Il programma dei lavori, introdotti dalla giornalista e critica d’arte Maria Teresa Prestigiacomo e moderati da Vittoriana Abate giornalista, autrice e conduttrice televisiva, saranno avviati dai saluti istituzionali del sindaco Basile, cui seguiranno quelli da parte dell’assessore Caruso, della soprintendente dei Beni Culturali di Messina Mirella Vinci, e di Gianfranco Pappalardo docente del Conservatorio di Stato di Palermo. A seguire, l’autore del volume relazionerà in merito alla presentazione della riproduzione virtuale dei monumenti cittadini, a cura dell’architetto Luciano Giannone. Fiorenza, storico dell’arte e ispettore regionale dei Beni Culturali, in “Messina Città Perduta” descrive, attraverso un’analisi storica e dettagliata, il patrimonio artistico monumentale della Città che è andato irrimediabilmente perduto a causa del sisma del 28 dicembre 1908. I monumenti oggetto dell’esame sono analizzati in modo approfondito e selezionati sulla base dell’interesse artistico e del particolare pregio che li ha contraddistinti rispetto alle altre costruzioni. Si tratta di Chiese, Palazzi, Monasteri che avevano resistito al precedente sisma del 1783 e che, poi, rovineranno al suolo, per la maggior parte della loro costruzione, durante l’evento sismico successivo. Monumenti che portavano le firme dei migliori artisti del tempo, architetti, pittori e scultori che l’allora capitale del regno vantava di accogliere a bottega. Il volume fornisce un indice ragionato che ripercorre la cronologia degli eventi sismici (1783 e 1908) e poi affronta e compara gli effetti sul patrimonio monumentale e, ancor di più sulla sfera sociale, rilevando come essi siano stati determinanti per la cancellazione della maggior parte degli usi, dei costumi e delle tradizioni del territorio e della sua comunità. Un’attenta suddivisione del patrimonio per categoria, porta a distinguere le tipologie di architetture in religiose, civili e aristocratiche, per fare comprendere pienamente quali sono state le ragioni che hanno determinato l’interesse a ricostruire o meno gli edifici danneggiati. “L’analisi semiotica delle immagini proposte consente di ripercorrere – spiega l’autore – un itinerario figurativo circa la condizione dei monumenti prima, durante, e dopo l’effetto tellurico; il metodo comparativo seguito permette di potere analizzare e descrivere la complicata situazione che hanno dovuto affrontare gli architetti pianificatori, chiamati, a più riprese, a ricostruire il tessuto urbano della Città”. Il volume propone nella parte conclusiva una sorta di viaggio alla scoperta del patrimonio storico artistico ritrovato e salvato e molto spesso ricollocato e reso fruibile. A supporto del testo si trovano infine, una bibliografia essenziale e un glossario architettonico che aiuta a comprendere meglio il lessico della descrizione architettonica degli edifici.

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