Il 70° anniversario dalla fondazione dell’Accademia Italiana della Cucina, dal 2003 Istituzione Culturale della Repubblica Italiana, è stato celebrato a palazzo Zanca nel corso di un evento culturale, patrocinato dal Comune e promosso dalla delegazione di Messina guidata dal prof. Francesco Trimarchi. Il sindaco Federico Basile, intervenendo all’incontro, ha ribadito il valore culturale e storico dell’Accademia fondata a Milano nel 1953, che attraverso le presenze nei maggiori centri del Paese, diffonde la cultura enogastronomica dei territori. Messina ed il suo ambito Metropolitano vasto, con tradizioni storiche importanti anche in tale settore merita attenzione e attraverso le iniziative dell’Accademia della Cucina si contribuisce a promuovere le peculiarità locali per accompagnare l’azione di sviluppo e di programmazione che l’Amministrazione sta portando avanti per rilanciare il territorio. Il sindaco Basile ha quindi consegnato i premi Dino Villani che l’Accademia riserva ai produttori che si distinguono nella lavorazione artigianale di un prodotto di rilevante e specifica qualità organolettica, lavorato con ingredienti nazionali tracciabili, di prima qualità e con una ben identificata tipicità locale. I premi sono stati consegnati alla pasticceria “Delia” per l’alta qualità e il gusto dei prodotti, in particolare per quelli secchi e a “Don”, giovane laboratorio artigianale del messinese Nino Modica con Consuelo Guerra Beeliks, per i canditi di scorza d’arancia e purea di scorza agli agrumi di Sicilia. Dopo l’introduzione del delegato Trimarchi sulla genesi dell’Accademia a confrontarsi sul tema dell’anno “Il riso, il mais e gli altri cereali (grano, farro, orzo, avena, segale) nella cucina della tradizione regionale” e sull’anniversario della costituzione sono stati il coordinatore del corso di Laurea in Scienze Gastronomiche dell’Ateneo peloritano, prof. Francesco Cacciola ed il direttore del Centro Studi Territoriali della Sicilia Orientale Aic, Attilio Borda Bossana. Sottolineato nel corso dell’incontro come dopo 70 anni l’Accademia Italiana della Cucina, l’Associazione gastronomica più antica d’Italia, abbia un ruolo e una funzione essenziali nella cucina e nella ristorazione di oggi. Mangiar bene nei grandi ristoranti venerati dalle guide non è facile, spesso sperimentazioni esasperate, abbinamenti grotteschi e prezzi astronomici allontanano e non avvicinano. La strada è la cucina della tradizione, anche aggiornata e riletta con le esigenze del mercato e dei gusti ma sempre nel rispetto del territorio. Dopo 70 anni la mission è proteggere la vera cucina italiana, moderna e anche innovativa, salvaguardando e valorizzando le tradizioni e le tipicità della cucina. Il tema scelto per il 2023, con sfumature diverse per tutte le regioni italiane, è stato evidenziato in particolare sotto l’aspetto storico e di evoluzione culturale e a tale argomento è stato dedicato sia il nuovo volume della collana di cultura gastronomica sia la cena ecumenica che delegazioni e legazioni, 226 in Italia e 94 all’estero, hanno celebrato contemporaneamente nella serata del 19 ottobre.
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