Teatro pieno e applausi sinceri per Sdillirio, andato in scena sabato 7 e domenica 8 giugno al Teatro Annibale Maria di Francia di Messina. Lo spettacolo, scritto da Pietro Barbaro con la regia di Giovanni De Francesco ha conquistato il pubblico con la sua forza espressiva e il coraggio dei temi affrontati. Inserito nella rassegna Risate di casa nostra, promossa dalla Compagnia Angelo Maio, Sdillirio si propone come uno “specchio di vita”, dove comicità e dramma convivono, restituendo al teatro il suo ruolo più autentico: raccontare la complessità dell’esistenza.
Sul palco, insieme a Pietro Barbaro, un cast ampio e intenso: Maria Saccà, Salvatore Barbaro, Ketty Ragno, Pino Ricosta, Angela Cundró, Salvatore Brandino, Giada Russo, Carmelo Ferrara, Simone Petrungaro e Silvia Castelli.
Insieme hanno dato voce a uno spettacolo che ha saputo tenere insieme ironia e profondità, leggerezza e dolore, mantenendo vivo quel sottile equilibrio tra il serio e il faceto. Il tutto senza mai rinunciare a un ingrediente fondamentale: il senso dell’umorismo, quello autentico, che oggi sembra in via di estinzione in un mondo sempre più egoista e competitivo.
Numerosi e attuali i temi toccati: le differenze di genere, la violenza sulle donne – con l’intenso monologo di Angela Cundró – e la prostituzione.
E poi ancora: l’invecchiamento della popolazione, le ansie del presente, il peso dei mass media sulla percezione della realtà – “Il mondo sarà non come lo vogliono i governi, ma come lo vuole la televisione”, si afferma in scena con forza – e l’identità individuale schiacciata da un contesto sempre più frenetico e disorientante.
Il commento musicale egregiamente a cura dei bravissimi Ketty Ragno e Pino Ricosta ha accompagnato e amplificato l’intensità dei contenuti, con brani come “Con il nastro rosa” di Battisti, “Donne” di Zucchero e “Vietato morire” di Ermal Meta.
A completare l’allestimento: le scene curate da Muddilab, i costumi di Certina Inferrera e le luci firmate Audiolight, per un impianto sobrio ma profondamente evocativo.
Il pubblico ha risposto con grande calore e partecipazione, premiando uno spettacolo che ha scelto la via più difficile: quella dell’autenticità.
E come si dice nella battuta finale: “Chi fa l’attore per disperazione, invita a riflettere”. Con Sdillirio, la riflessione è arrivata, chiara, profonda e necessaria.