Messina, denuncia carenze di personale presso la Casa di Cura San Camillo: arriva la smentita della struttura

In merito alla denuncia di carenze di personale all’interno della Casa di Cura San Camillo, la direzione della struttura ha emanato una nota di smentita che riportiamo integralmente di seguito:

“Prima di scrivere articoli e denunciare una azienda, sarebbe opportuno e prudente verificare la correttezza delle segnalazioni pervenute in quanto è facile screditare una persona o, come in questo caso, un’ azienda, con gravi conseguenze di immagine e ripercussioni anche economiche, ma è molto difficile, se non impossibile, ripristinare lo status ante.

Di fatto, il personale presente nei turni notturni della Casa di Cura San Camillo non manca di alcuna figura professionale perché — come previsto dalla legge regionale 39 dell’08/11/1988 “Determinazione dei requisiti tecnici delle case di cura private per l’autorizzazione alla gestione” — essendo presenti non solo ” i collaboratori Professionali Sanitari Infermieri ed il Medico di Guardia” ma anche quella degli Ausiliari (art. 6: dotazione del personale, comma q).

Si ricorda alla Sig.ra Bicchieri che la figura professionale degli OSS non rientra fra quelle obbligatorie per legge e che la loro presenza all’interno della Casa di Cura San Camillo é stata una libera scelta della direzione per meglio servire gli ospiti della struttura. Scelta che é stata lodata dalla stessa Sig.ra Bicchieri con una lettera inviata a varie testate giornalistiche dal titolo “Medaglia al valore al DA della casa di cura San Camillo”, in quanto la nostra struttura è stata la prima, e forse anche l’unica, ad inserire nel proprio organico questa figura professionale.

Si precisa, quindi, che gli OSS sono una figura professionale addizionale, che, non essendo obbligatoria per legge, costituisce un quid aggiuntivo di servizio agli Infermi offerto dalla Casa di Cura secondo le scelte aziendali operate dal management aziendale.

Si vuole, inoltre, precisare, che l’affermazione della Sig.ra Bicchieri “gli infermieri dovrebbero svolgere il turno di notte per ben 12 ore anziché per le 11 previste dalla legge” é errata in quanto il| CCNL applicato (ARIS—AIOP 2016-2018) dall’ art. 18.5 recita che la durum della prestazione non può essere superiore a 12 are continuative a qualsiasi titolo prestate. Molto probabilmente la Segretaria generale della Cisl Funzione Pubblica di Messina confonde Ie ”12 ore massime di lavoro notturne” con le “11 ore consecutive, ogni 24 ore, di riposo giornaliero” previste dal decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, art. 7: Fermo restando la durata normale dell’orario settimanale, il lavoratore ha diritto a undici ore di riposo consecutive ogni ventiquattro ore.

Per quanto riguarda l’accusa di aver demansionato in maniera ordinaria prevalente e continuativa il personale infermieristico, ci si chiede in cosa questo consisterebbe visto che il personale presente in servizio nelle ore notturne é quello previsto dalla normativa vigente. Come già comunicato alla CISL FP Messina, con nostra prot. 178 del 21/03/2020, alcuna violazione di norme pattizie o di legge può esserci ragionevolmente imputata, nemmeno sotto I’apodittico profilo di un presunto “demansionamento” dei personale infermieristico che, di fatto, pur nella situazione emergenziale, resta officiato delle proprie prerogative e funzioni.”

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