Interessanti ed attuali le relazioni esposte nel corso del Webinar “Gender gap nel mondo del lavoro: cosa cambia dopo il Covid”

Il Webinar “Gender gap nel mondo del lavoro: cosa cambia dopo il Covid” è stato caratterizzato dall’esposizione di attuali, nonchè interessanti, relazioni sull’argomento. L’evento è stato organizzato dal Soroptimist International della Sezione di Milazzo, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Messina.

La Prof.ssa Lara Gitto, docente di Economia politica presso il Dipartimento di Economia dell’Ateneo Peloritano e la Dott.ssa Raffaella Catania, Presidente dell’Associazione Soroptimist di Milazzo, hanno introdotto e moderato il webinar, seguito da studiosi e studenti.

Si è concordi nell’affermare che ancora oggi la donna si trova in una posizione di svantaggio nell’ambito lavorativo e sociale rispetto agli uomini. Un primo passo per affrontare la problematica è certamente il dialogo; infatti, dallo scambio di opinioni ed idee si è in grado di porre in essere analisi, dibattiti e confronti in modo da giungere alla tanto auspicata “Cultura del cambiamento”, attesa da più parti.

La società del XXI secolo è notevolmente mutata rispetta a quella del passato, anche se spesso si è restii al cambiamento e, talvolta, la parità di genere è osteggiata anche con la forza.

Il punto di forza del webinar è stata l’analisi puntuale della condizione di vita della donna che svolge attività lavorativa, evidenziando come la recente pandemia ha influito negativamente sulle lavoratrici.

La Prof.ssa Lara Gitto ha fornito una definizione del concetto di gender pay gap, cioè il divario retributivo che penalizza le donne e che nasconde fattori legati a criticità nel mondo del lavoro poco evidenti e, quindi, più difficili da calcolare. Secondo una stima dell’Unione Europea, gli effetti negativi del gender pay gap ricadono sull’intera popolazione, non solo sul genere femminile. La minore inclusività del mondo del lavoro determina una riduzione della produzione economica: ciò comporta una maggiore probabilità per le donne di dipendere dai pagamenti previdenziali, specialmente in vecchiaia.

Complessivamente, la parità di genere incide profondamente sullo sviluppo delle società; mentre una maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro potrebbe favorire la crescita economica delle Nazioni. A tal proposito, come evidenziato dal World economic forum e ricordato dalla Prof.ssa Gitto nella sua relazione, se il divario di opportunità e partecipazione economica tra uomini e donne continuerà a ridursi con i ritmi attuali, è stato stimato che per eliminarlo ci vorranno 257 anni, e questo a fronte di un’attenzione crescente sul tema da parte del legislatore comunitario!

La Prof.ssa Miriam Marra, Associate Professor of Finance presso l’ICMA Centre e Co-director della Henley Business School della University of Reading (Regno Unito), si è soffermata su “Donne, carriera, e partecipazione alle leadership politiche”. Sono state illustrate differenti teorie e ricerche svolte da noti accademici, tra cui alcune a cui ha partecipato la stessa docente, inerenti, in particolare, la condizione delle donne nell’ambito lavorativo e nell’avanzamento di carriera verso le posizioni di vertice, delle volte limitate.

La presentazione si è articolata partendo da quattro principali quesiti:

  • Che stress nascosto continua ad avere la presenza delle donne nel mondo del lavoro?

  • Che cosa trattiene le lavoratrici dall’avanzamento nella carriera?

  • Quando e con quali circostanze le donne diventano leader?

  • Cosa succede all’interno di un’organizzazione quando si ha una donna all’apice?

La Prof.ssa Miriam Marra ha anche esposto le risultanze di uno studio che richiama la metafora della scogliera di vetro, in inglese “Glass Cliff”, secondo la quale quando una società si trova in una situazione di crisi, è più probabile che venga posta una donna in una posizione al vertice.

Al termine della sua presentazione, la Prof.ssa Miriam Marra ha introdotto il concetto di “Allyship”, cioè il processo di creazione e mantenimento di rapporti solidali con individui o gruppi sottorappresentati o marginalizzati, con lo scopo di migliorare la loro inclusione.

A questo punto, è stato posto il seguente stimolante quesito: Cosa possono fare i dipendenti ed i datori di lavoro di sesso maschile, per migliorare l’inclusività delle donne nell’ambito lavorativo? Una soluzione potrebbe essere, come ha sottolineato la cattedratica della University of Reading, la realizzazione di “una onesta meditazione” nelle conversazioni autentiche ed un maggiore coinvolgimento empatico da parte di tutti gli interlocutori.

L’ultima relazione, dal titolo “Shesession: le donne sono le vittime della crisi pandemica?” è stata presentata da Ilaria Denaro, studentessa del Corso di Studio in “Scienze politiche e delle relazioni internazionali” del Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università degli Studi di Messina. La relatrice si è soffermata sulla possibilità di offrire un punto di vista più ampio riguardo la condizione della donna nella società contemporanea, e su come la pandemia abbia mutato, ma anche, sotto alcuni aspetti, peggiorato la posizione delle donne e delle lavoratrici, in particolare.

È emerso come nell’odierna società persiste ancora il “divario di genere” nelle sue diverse articolazioni: disparità nella divisione del lavoro tra uomo e donna; violenza di genere; sfera culturale, sanitaria; ecc…; si sono evidenziate, altresì, le ulteriori barriere a cui devono far fronte le donne disabili per poter entrare nel mercato del lavoro; senza dimenticare le difficoltà connesse al periodo di maternità delle lavoratrici e al gap relativo ai tassi di occupazione e ai salariali.

In Italia, come anche in altri Paesi, la pandemia da Covid 19 ha causato un aggravamento della “condizione femminile”; basti pensare all’incremento dei casi di violenza domestica e di femminicidi, al calo del tasso di occupazione ed alla nuova crescita nel gender pay gap!

Il webinar si è concluso con un breve dibattito durante il quale la Dott.ssa Raffaella Catania ha espresso il desiderio di poter replicare, in un prossimo futuro, simili iniziative, magari coinvolgendo maggiormente gli studenti della scuola e dell’università; infatti, i veri mutamenti possono realizzarsi attraverso la divulgazione e la sensibilizzazione dei cittadini alla problematica.

Un plauso, dunque, al Soroptimist International – Club di Milazzo, che ha dato l’opportunità di trattare la tematica in questione e di portare avanti una dialettica costruttiva per poter realizzare ben presto la totale e meritata inclusione delle donne, in particolare nel mercato del lavoro.

Pubblicato da Francesco Pellico

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