Approvata la Finanziaria 2023, confermata la riduzione di 700 scuole in due anni

La Camera

Come nelle previsioni, oggi il Senato ha approvato la manovra finanziaria senza alcuna variazione al testo arrivato dalla Camera, evitando, quindi, l’esercizio provvisorio.

Di conseguenza, visto che gli emendamentì votati non hanno riguardato gli articoli della scuola, si darà corso al dimensionamento scolastico a partire dal 2024-2025, che cancellerà in due anni l’autonomia di oltre 700 istituti. Infatti, gli attuali parametri minimi per la costituzione delle autonomie scolastiche passano da 600 a 900-1.000 alunni.

Il ministro Valditara, però, nella comunicazione apparsa sul sito web il 30 novembre, aveva dichiarato che erano state messe in salvo “90 posizioni rispettando i vincoli del PNRR e ottenendo risparmi che rimarranno nella scuola”.  Inoltre, aveva precisato “che le scelte del dicastero vanno nella doppia direzione di mitigare gli effetti delle normative precedenti e di osservare i vincoli dell’Europa in attuazione del PNRR: non si può essere europeisti a corrente alternata, solo quando non costa alcuno sforzo”. “Le misure approvate dai ministri Azzolina e Bianchi hanno illuso il mondo della scuola, facendo credere che si potessero istituire nuove istituzioni scolastiche, ma facendosene carico per soli tre annila norma da noi proposta non prevede chiusure di plessi scolastici, ma l’efficientamento della presenza della dirigenza sul territorio, eliminando l’abuso della misura della <<reggenza>>”. E la progressione di questo “efficientamento” in dieci anni porterà ad una riduzione organica di oltre 1.400 dirigenti scolastici e Dsga. Riduzione che proiettata al 2031-2032 significa il passaggio da 8.136 a 6.885 istituti.

Come dire, in termini calcistici, che i giocatori (studenti) costituiscono l’elemento essenziale, mentre é irrilevante la presenza dell’allenatore (dirigente scolastico e DSGA).

Secondo il Ministero, il sistema introdotto dalla riforma si prefigge di ottenere:

  • L’armonizzazione delle reti scolastiche a livello regionale con il numero degli studenti nell’arco temporale di dieci anni, favorendo una migliore programmazione pluriennale della rete scolastica;
  • La riduzione progressiva delle reggenze (sino all’eliminazione) attribuite ai Dirigenti Scolastici e della prassi dei DSGA condivisi tra più scuole, con il miglioramento dell’efficienza amministrativa e gestionale;
  • L’attribuzione alle Regioni di un contingente di Istituzioni Scolastiche (ovvero un numero complessivo di dirigenti scolastici e DSGA) che ciascuna Regione potrà organizzare autonomamente senza i parametri legati al numero minino di alunni per Istituto 600/400;
  • La previsione di meccanismi compensativi in grado di attenuare la riduzione delle istituzioni scolastiche rispetto agli effetti della normativa vigente 600/400.

Con i risparmi quantificati in € 88.371.992, dal 2024 al 2032, come punto ritenuto “qualificante” dal Ministero, c’è la possibilità di reinvestire in modo strutturale tali risorse a favore del sistema scolastico.

In particolare, la norma consente il riutilizzo per incrementare:

  • il Fondo di funzionamento delle istituzioni scolastiche;
  • il Fondo Unico Nazionale della dirigenza scolastica;
  • il Fondo integrativo di istituto, anche con riferimento alle indennità destinate ai direttori dei servizi generali ed amministrativi;
  • il Fondo “La Buona Scuola” per il miglioramento e la valorizzazione dell’istruzione scolastica di cui all’articolo 1, comma 202, della legge 13 luglio 2015, n. 107 nonché al pagamento delle supplenze brevi e saltuarie del personale scolastico.

La cosa certa è la riduzione delle autonomie scolastiche, mentre si dovrà vedere in che misura i vari decreti del ministro dell’Istruzione e merio confermeranno le modalità e il riutilizzo dei fondi risparmiati.

 

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